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Un Raggio di Luce pieno d'Arte sta per illuminare Potenza

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In Arte Exhibit comunica che il 18 novembre alle ore 17,00 in via Raffaele Danzi 4/6 a Potenza verrà inaugurata una nuova galleria d’arte : Raggio di Luce.

Potenza è la città capoluogo della Basilicata, situata a 865 metri sul livello del mare e immersa nel verde delle montagne che la circondano. Considerata la carenza di spazi utili alla promozione delle più svariate forme di attività artistiche, è stata avvertita fortemente la necessità da parte della Nostra organizzazione di aprire una nuova galleria d’arte privata. Questo non solo per mettere a disposizione dei tanti artisti attivi sulla scena regionale e nazionale uno spazio idoneo per farsi conoscere, ma anche per creare un ponte tra questi e il pubblico, mai sazio di nuove esperienze e di nuovi incontri.

La galleria è stata ricavata negli interni di una pizzeria dismessa, che conserva al suo interno le attrezzature e il forno a legna, al fine di generare un felice connubio di arte figurativa e arte culinaria.

L’inaugurazione della galleria Raggio di Luce si sposa con la volontà di In Arte Exhibitdi mettere in mostra la propria collezione di opere d’arte, frutto di un lavoro di raccolta e catalogazione ultraventennale nel campo dell’informazione e della critica artistica a tutto campo.

Fanno parte di tale collezione privata gli artisti: Anna Urbani, Antonio Altieri, Antonio Caramia, Antonio Loffredo, Antonio Petrone, Arzuffi & Racconi, Carlo Piterà, Daniela Grifoni, Diego Colussi, Fedele Barletta, Fiorentina Giannotta, Francesco Cassanelli, Gilberto Carpo, Giovanni Salvatore, Lumetta Caricone, Marisa Muzi, Marika Pozzi, Maxtin, , Pietra Barrasso, Rita Bucci, , Rosella Quintini, Salvatore Damiano, Salvatore Sebaste, Simone Galimberti, Tina Catino, Vincenzo  Baldi, Vincenzo Stanislao,  Vittorio Vertone.

L’evento artistico si inserisce all’interno del progetto avviato attraverso dalla rivista In Arte Multiversi, periodico specialistico a diffusione nazionale edito da In Arte Exhibit. L’evento è esteso a tutti coloro che amano l’arte e vogliono trascorrere una serata in armonia tra amici.



La redazione di IN ARTE






Il Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano a Flaminio Gualdoni

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Sabato 3 novembre 2018 alle ore 18.00 presso la sede della prestigiosa Società Tarquiniense d’Arte e Storia nella Sala Sacchetti di Palazzo dei Priori, in Via dell'Archetto 4 a Tarquinia (VT), si terrà la cerimonia di assegnazione del Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano destinato a eccellenti personalità della critica e della storia dell’arte che si siano distinte nella curatela di rilevanti eventi espositivi e per la loro produzione bibliografico/scientifica in riferimento alla ricerca sulla scultura ceramica. 

Promosso e sostenuto dalla stessa S.T.A.S., il premio è stato assegnato al critico e storico dell’arte Flaminio Gualdoni dalla giuria di qualità composta da: Claudia Casali - Direttrice del MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza) in qualità di Presidente di Giuria; Mariastella Margozzi - Soprintendente del Polo Museale della Puglia, storica dell'arte già facente funzione in qualità di direttrice della GNAM di Roma; Massimiliano Tonelli - Direttore della rivista Artribune; Ugo La Pietra – Scultore ceramista di fama internazionale; Daniela Muratti - nipote del critico Luciano Marziano in qualità di rappresentante della famiglia erogatrice del premio.

La cerimonia sarà preceduta alle ore 17.00 dall'inaugurazione della mostra di ceramiche di Ugo La Pietra prodotte presso la manifattura Rometti di Umbertide, intitolata Ugo La Pietra & manifattura Rometti a Tarquinia (accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale) che resterà visibile al pubblico fino al 09 dicembre 2018 presso il Museo della Ceramica di Palazzo dei Priori di Tarquinia.

Il “Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano”, del valore di € 5.000.00, rappresenta la base per la curatela della futura mostra che avrà luogo nel 2019 e che Flaminio Gualdoni presenterà al pubblico nella stessa serata del 3 novembre, contestualmente alla consegna materiale dello stesso. Infatti, l’assegnazione del “Premio Città di Tarquinia Luciano Marziano” e l’esposizione di alcune ceramiche di Ugo La Pietra artista membro della giuria, rappresenta la prima fase di un progetto molto più articolato plasmato su due annualità che terminerà il prossimo anno, con un’esposizione realizzata su una selezione in ambito nazionale e internazionale di artisti, le cui opere a loro volta saranno oggetto di un secondo premio dello stesso valore. Il “Premio Città di Tarquinia Vasco Palombini" per la scultura ceramica, sarà assegnato a eccellenti personalità artistiche nel campo della scultura ceramica per la miglior opera di scultura ceramica in mostra. 



ALBERTO GALLINGANI - opere scelte 1960-2018

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Sabato 3 novembre 2018 ore 17.00 inaugura alla Galleria ZetaEffe la mostra personale "ALBERTO GALLINGANI - opere scelte 1960-2018" a cura di Luca Nannipieri.

….l’ arte di Gallingani è sociale, ripete sempre. L’artista produce le opere di cui gli siamo grati non per smarrirci ma per avvicinarci ad una giustizia del mondo che non sia retorica che non sia predica o omelia. Il lavoro di Gallingani è intimamente etico ma i suoi risultati non sono moralistici. Pensa che il mondo attuale disumanizza l’uomo, ma non ci fa la predica. L’arte non deve predicare: deve interrogare e nell’interrogazione innalzare i nostri animi ad una visione non solipsistica e monade del mondo. Ecco l’impulso sociale del nostro artista…

Alberto Gallingani è nato nel 1938, a Firenze, dove vive e lavora. Ha partecipato alla 50° Biennale di Venezia (2003) e ha tenuto mostre personali e collettive in gallerie e musei, oltre che in Italia, in Portogallo, Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Filippine, Cina, Spagna, America Latina, Inghilterra, consolidando cosi la sua vocazione internazionale.



Galleria Zetaeffe
Via Maggio 47 rosso
Firenze (Italia)

www.galleriazetaeffe.com
telefono +39 055 264345

orario:
lunedi/giovedi 15.30 - 19.30
venerdì/sabato 10.00 - 13.00/ 15.30 - 19.30



Nicolò TOMAINI - Verranno giorni senza nome

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La mostra personale Verranno giorni senza nome presenta diverse serie di lavori, alcuni già noti altri inediti, del giovane artista Nicolò Tomaini (1989).

Si parte con un’opera degli esordi, datata 2010 e intitolata Nuovi regimi; sulla tela è rappresentata una svastica con la “effe” di Facebook… qui ha inizio il racconto, senza presunzione di giudizio, della nostra società digitale.

Alcuni Black mirror (2017-2018), specchi senza funzione, diventano accattivanti icone di un ipotetico “profilo” di social network e, con la classica frase “upload your image” ci invitano a caricare la migliore immagine di noi, quella perfetta, quella spesso ritoccata…infedele.

Più ampio spazio è dato alla serie “Loading” (2016-2018) con una decina di opere che, in attesa di caricamento, ci invitano a riflettere sul consumo visivo d’immagini che ogni giorno facciamo giusto il tempo di una condivisione o di uno scrolling. Lo stesso vale per le ultimissime ricerche dove immaginarie schermate di YouTube o di Instagram sono congelate dall’artista impedendo il loro scorrere veloce sullo schermo di uno smartphone.
La ricerca di Nicolò Tomaini, con l’uso complementare sia di tecniche e materiali vecchi (tele originali dell’800, cornici antiche), sia di oggetti contemporanei (smartphone, tablet, trasferibili) vuole veicolare un messaggio che stimoli nell’osservatore uno spunto di riflessione sul consumo veloce delle immagini, dell’informazione e anche dei rapporti umani. Un messaggio che sia fruibile a tutti, “democratico” come lo strumento che abitualmente e ossessivamente consumiamo tra le mani.

Da questa esigenza di arrivare a tutti nasce un video di Eva Castelletti che risponde alle domande “chi è e cosa fa Nicolò Tomaini?” rivolte agli amici, agli habitué del bar Visconti da lui frequentato, ai corniciai di fiducia, ecc…


L’artista:
Nicolò Tomaini nasce a Bellano LC il 23 settembre 1989. Frequenta il Liceo Scientifico A.Volta a Lecco e la facoltà di Lettere a Bergamo. Si affaccia al mondo dell’arte contemporanea da autodidatta realizzando i primi lavori nel 2010. Vive e lavora a Lecco.


Nicolò TOMAINI - Verranno giorni senza nome
Inaugurazione: sabato 10 novembre 2018, ore 18.30
Durata: 10 novembre 2018 – 19 gennaio 2019
Orario: da martedì a domenica 16 – 19
(chiusura per le festività dal 25.12.18 al 6.01.19)

GALLERIA MELESI T +39 0341 360348 M +39 348 4538002 
info@galleriamelesi.com

Che Mito! Storie e leggende dalla collezione museale

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Domenica 11 Novembre, alle ore 10:30, presso il Museo della Città e del Territorio di Cori verrà inaugurato il progetto “Che Mito! Storie e leggende dalla collezione museale” rivolto a bambini (dai 3 anni in su) e adulti, ideato, curato e realizzato dell’Associazione culturale “Arcadia”, con la collaborazione e la partecipazione della“Libreria Anacleto” di Cisterna di Latina ed “Utopia 2000” Società Cooperativa Sociale Onlus, patrocinato dal Comune di Cori. La prenotazione è obbligatoria: 3319026323 – arcadia@museodicori

Protagonista del primo incontro sarà “Atena-Minerva: la dea dagli occhi scintillanti.”,della quale tra i reperti relativi al pantheos cittadino custoditi al primo piano del museo, vi è una copia della cinquecentesca statua della Minerva Capitolina che alloggia sulla fontana del Campidoglio a Roma, il cui corpo fu rinvenuto a Cori. All’introduzione al mito seguirà la presentazione del personaggio Atena (per i Greci) – Minerva (per i Romani), figlia di Zeus e Metis, dea della saggezza, delle arti, della guerra, della giustizia.

Le letture animate avranno ad oggetto alcune delle più note narrazioni legate alla divinità. La nascita: uscì, adulta e armata,dalla testa del padre, e lasciata in affidamento al fiume Tritone. Il primo albero di ulivo sulla terra, che fece spuntare colpendo una roccia con la sua lancia, dopo una gara con Poseidone. L’invidia per aver perso una sfida la spinse a trasformare Aracne in un ragno, obbligandola a tessere la sua tela per l’eternità. L’appoggio reso a Perseo, che sconfisse la Gorgone Medusa e liberò la sua futura sposa Andromeda da un mostro marino.

Il laboratorio artistico di manipolazione dell’argilla verterà sulla ricostruzione dei principali simboli che identificano la divinità, come la civetta, il serpente, lo scudo, l’elmo, la lancia. Ai partecipanti verrà offerta una merenda pane e olio.In programma ci sono altri quattro appuntamenti domenicali a cadenza mensile. Il 16 dicembre - “Ercole: che fatica essere un eroe!”. Il 20 gennaio - “Castore e Polluce: uguali ma opposti.” Il 17 febbraio - “Kore: la giovane fanciulla che diede vita alle stagioni.” Il 17 marzo – “Dardano: il cavaliere dal mantello svolazzante.”



RE.USE Scarti, oggetti, ecologia nell'arte contemporanea

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"RE.USE Scarti, oggetti, ecologia nell'arte contemporanea", a cura di Valerio Dehò, organizzata da TRA Treviso Ricerca Arte, è una mostra composta da 87 opere di 58 artisti, tra cui molti di fama internazionale come Marcel Duchamp, Man Ray, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Alberto Burri, Christo, Mimmo Rotella, Tony Cragg e Damien Hirst.

L'esposizione si propone di documentare in un arco cronologico che va dai primi decenni del Novecento fino ai giorni nostri, il rapporto continuo che l'arte ha avuto con gli oggetti d'uso comune e con gli scarti, arrivando ad una vera consapevolezza ambientale. La mostra è, quindi, un vero e proprio viaggio per ammirare la nascita, l'evoluzione e lo stato attuale del concetto di riutilizzo con finalità etica ed estetica nel mondo dell'arte moderna e contemporanea.

La mostra si sviluppa in tre spazi espositivi dislocati nella città di Treviso, di cui due sedi museali, quali il Museo di Santa Caterina e il Museo Casa Robegan, ed uno privato, il piano Nobile di Ca' dei Ricchi.


ELENCO ARTISTI

MUSEO DI SANTA CATERINA: Arman, Lewis Baltz, Hans Bellmer, Remo Bianco, Christian Boltanski, Enrica Borghi, Alberto Burri, Cesar, Henri Chopin, Christo, Claudio Costa, Cracking Art, Tony Cragg, Marcel Duchamp, Raymond Hains, Thomas Hirschhorn, Damien Hirst, Edward Kienholz, Jannis Kounellis, Armando Lulaj, Urs Luthi, Man Ray, Piero Manzoni, Fabio Mauri, Paul McCarthy, Vik Muniz, Gina Pane, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Mimmo Rotella, Arcangelo Sassolino, Salvatore Scarpitta, Kurt Schwitters, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Ben Vautier.

MUSEO CASA ROBEGAN: Giovanni Albanese, Alek O, Stuart Arends, Matteo Attruia, Francesco Bocchini, Enrica Borghi, Cracking Art, Peter Fischli & David Weiss, Flavio Favelli, Giuseppe La Spada, Margaret Majo, Antonio Riello, Silvano Tessarollo.

CA' DEI RICCHI: Marco Andrighetto, Michele Bazzana, Marco Bolognesi, Jiri Kovanda, Jonathan Monk, Giovanni Morbin, Pratchaya Phinthong, The Cool Couple, Luca Vitone.

Completano il progetto espositivo le installazioni di Cracking Art collocate nel cortile esterno del Museo di Santa Caterina e del Museo Luigi Bailo.

www.trevisoricercaarte.org/re-use

Contatti:

segreteria@trevisoricercaarte.org 
re.use@trevisoricercaarte.org

(00)39 0422 419990 
(00)30 339 6443542

Mario D’Amico, L’uomo e la città

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Si inaugura martedì 27 novembre 2018, alle ore 18, presso lo Spazio E di Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, la mostra personale di Mario D’Amico intitolata “L’uomo e la città”, a cura di Virgilio Patarini e con l’organizzazione di Zamenhof Art - Vi.P. Gallery.

Dell’artista romano saranno presentate una ventina di opere recenti  e recentissime di medio formato che indagano i rapporti tra uomo e contesto metropolitano in chiave spiccatamente metafisica.

Ha scritto di lui Salvatore Fiume, in uno scambio epistolare: “Caro D’Amico, molti sono quelli che fanno la pittura e la fanno anche bene, ma quelli che con la pittura fanno anche poesia sono pochi, anzi pochissimi, tra questi ci sei tu. Che bellezza!


MARIO D’AMICO L’UOMO E LA CITTÀ  

Mario D’Amico fa una pittura senza tempo. Eppure con questa pittura è capace di raccontarci il nostro tempo con precisione algebrica e con toni di struggente elegia. Il rapporto tra l’Uomo e la Città è al centro della sua indagine paziente, minuziosa, precisa eppure mai ridondante, mai retorica, capace di invenzioni poetiche e metaforiche.
Mario D’Amico fa una pittura che gioca col tempo: lo dilata, lo sospende. E in questo tempo sospeso, dilatato, l’Uomo e la Città affiorano alla luce tenue delle nostre coscienze per quello che sono oggi, tra solitudini e alienazioni, in un rapporto sempre in qualche modo sbilanciato. O l’Uomo è una minuscola, scialba figurina indistinta che a malapena si scorge tra i Palazzi squadrati e incombenti, e la Città regna sovrana e silenziosa, gigantesca e ineffabile; Oppure viceversa, un Uomo enorme ma senza volto sovrasta i Palazzi per spostarli, sradicarli e trapiantarli altrove o per piantare sopra ognuno di essi un minuscolo scheletrico alberello, nel tentativo titanico e forse velleitario di dare vita ad una nuova più “umana”, ragionevole piuttosto che razionale, urbanizzazione.
Mario D’Amico fa una pittura d’altri tempi, anche tecnicamente. Piccoli formati. Olio su tela. Eppure ogni suo quadro è un’epifania di assoluta attualità: un’epifania che di volta in volta ci rivela un’aporia -aperta come una ferita- o un’utopia – bruciante e disattesa come un sogno che al risveglio si dissolve- dei nostri tempi inquieti.
E in tutto quel silenzio assordante, in tutti quegli uomini senza volto, manichini di spiccata umanità, in tutti quei palazzi squadrati, in tutte quelle città sospese, astratte eppure così concrete… in tutti quegli enigmi, in tutte quelle metafore poetiche, sfumate eppure così definite, non possiamo non scorgere con evidente ambiguità una diretta discendenza dalla Metafisica di De Chirico e di Carrà: De Chirico per i temi, Carrà per la tavolozza. Eppure non c’è nulla di anacronistico in questa pittura d’altri tempi. Forse potremmo chiamarla “Metafisica 2.0”.
  Virgilio Patarini

MARIO D’AMICO NOTA BIOGRAFICA

Nato in Tunisia nel 1935, l'autore si è dedicato fin da giovanissimo al disegno e alla pittura. L'itinerario artistico dell'autore, avviato nel lontano 1953 nell'atelier romano del pittore Giovanni Consolazione in via del Vantaggio e nella Scuola di nudo dell'Accademia di Belle Arti di Roma, lo ha poi visto presente in numerose manifestazioni culturali (premio Città di Roma, Premio Marco Aurelio, Salone degli indipendenti a Parigi nel 1985,  XXII premio internazionale d'arte contemporanea di Monte-Carlo) e in mostre personali e collettive a Roma, Palermo, Milano, Torino, Ferrara, Cesenatico, Venezia.
Tra le mostre principali ricordiamo la personale all’Hotel de Paris di Monte-Carlo nel 1988, e più recentemente: la personale “Geometrie Silenziose” presso la sede di “Federculture” a Roma nel 2007; personale “Opere da Monte Carlo a Ortisei “ alla Casa della Cultura di Ortisei – Val Gardena nel 2008; personale Galleria “Arte e Profumi“ Roma, febbraio 2009; personale “Immagini di realtà invisibili “Circolo culturale Ministero Affari Esteri”, Roma aprile 2010; personale “Silenzi“ Circolo Culturale e Artistico di Ortisei, agosto 2011; Mostra “Sei artisti per sei regioni“ Galleria d’Arte “La Telaccia“ - Torino, maggio 2012. Personale a Piacenza complesso museale Ricci Oddi dal 3 al 14 maggio 2015. Personale a Cremona , galleria “ Immagini Spazio Arte “ dal 24 maggio al 13 giugno 2015. Personale a Milano , Galleria "Spazio E" ai Navigli , 28 aprile - 6 maggio 2016. Personale a Bologna, Galleria Wikiarte, 21 maggio - 2 giugno 2016. Personale a Roma, Galleria Vittoria , 28 marzo - 10 aprile 2017. Personale a Venezia, Galleria ItinerArte, 22 - 28 aprile 2017
Vive e lavora a Roma




Vi.P. Gallery - Virgilio Patarini Arte Contemporanea 
Località Crist, via Nazionale, 35, 25050 Niardo (BS)
cell. 3392939712  sito: https://vip-gallery.business.site/

SpazioE 
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4


(Per il programma degli eventi della stagione 2018/2019 organizzati da Zamenhof Art a Milano allo Spazio E, ma anche a Roma e Venezia, clicca qu: https://www.zamenhofart.it/ )





Mario Sironi - I piccoli studi e la grande decorazione

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Mostra promossa da Edizioni Cinquantasei-Bologna in collaborazione con Oltrelarte all’interno della grande manifestazione Novembre in Arte.

La mostra è composta da 80 opere datate dal 1915 agli anni Trenta. La maggior parte delle opere è inedita. Sono piccole opere personali (studi di pubblicità, di copertine e di grandi quadri; scorci di paesaggio e ritratti di proporzioni ridotte) che vennero conservate dalla famiglia e catalogate. Saranno esposte inoltre alcune delle opere preparatorie per i mosaici e gli affreschi della grande decorazione in cui Mario Sironi eccelleva.

Durante l’inaugurazione ufficiale, sabato 24 novembre, verrà presentato in anteprima il volume “Appunti di viaggio. Piccoli studi di Mario Sironi dal 1915 al 1955” a cura di Fabio Benzi e Andrea Sironi-Strausswald con la preziosa presenza di Fabio Benzi.

La mostra e il catalogo - realizzato da Edizioni Cinquantasei Bologna - proporranno al pubblico un’appassionante lettura del lavoro di questo straordinario artista italiano che – come sostenuto da importanti studiosi italiani ed esteri tra i quali Margherita Sarfatti, Agnoldomenico Pica, Rossana Bossaglia, Claudio Spadoni – è stato uno dei grandi protagonisti della storia dell’arte europea del ’900




L'ARTISTA

Mario Sironi nasce nel 1885 a Sassari, città che lascerà all’età di un anno con la famiglia per trasferirsi a Roma.

Durante l’università abbandona gli studi per dedicarsi esclusivamente alla pittura con un’impostazione di tipo divisionista.

Frequenta la Scuola Libera del Nudo in via di Ripetta, annessa all’Accademia di Belle Arti. È quiche conosce Umberto Boccioni, Gino Severini e Giacomo Balla.

Nel 1908-1910 Sironi matura un divisionismo simile a quello di Balla, ma più largo e denso, che riprende l’esempio di Cézanne e del postimpressionismo, in particolare di Pisarro.

Nel 1913-1914 aderisce al movimento futurista.

Il 26 marzo 1923 nasce Novecento ideato e promosso da Margherita Sarfatti , la prima mostra si tenne presso la Galleria Pesaro a Milano inaugurata da Benito Mussolini

Nel 1932 pubblica il celebre articolo Pittura murale su ‘Il Popolo d’Italia’, scritto fondamentale nel quale Sironi affronta per primo e con grande autorevolezza la questione della necessità storica e sociale della pittura murale.

Nel 1933 Sironi è chiamato a far parte del direttorio della ‘V Triennale Internazionale dell’Architettura e delle Arti Decorative’ di Milano insieme a Carlo Alberto Felice, Giovanni Muzio e Gio Ponti.

Nel 1939 Espone alla ‘Mostra d’arte contemporanea’ di New York.

Nel 1951 Partecipa alla IX Triennale di Milano, che si inaugura a maggio, con opere grafiche e bozzetti pubblicitari esposti nel Salone Arti Grafiche e Pubblicità, ordinato da E. Carboni e D. Villani.

Nel 1954 riceve dall’Accademia di San Luca il Premio Luigi Einaudi e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la Medaglia d’Oro come ‘benemerito dell’istruzione, della cultura e delle arti’.

Nel 1955 in giugno espone una serie di opere ultime alla Mostra d’Arte italiana di Tokyo. L’edizione di ‘Documenta’ a Kassel nel settembre lo vede presente con tre opere degli anni 1917-1920 e 1924, curatore della rassegna è Werner Haftmann.





ARTE IN PRIMA LINEA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE A RIESE PIO X

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Giovedì 15 novembre al Centro culturale Casa Riese, nel trevigiano, si incontrano teatro, arte interattiva, musica e imprenditoria per lanciare all’unisono un messaggio universale contro la violenza.



L’arte esce dalle gallerie e dalle fiere di settore per lanciare un messaggio universale: Stop alla violenza sulle donne. E’ questa l’azione performativa ideata dal comune di Riese Pio X, nel trevigiano, a cura del dottor Massimo Pisciotta, assessore ai servizi socio sanitari, pubblica istruzione, parità, politiche giovanili e della famiglia che giovedì 15 novembre coinvolge teatro, arte interattiva, musica e imprenditoria al Centro cultiurale "Casa Riere". Da sempre attivo sul fronte della sensibilizzazione sulle problematiche legate all’universo femminile, la giunta comunale cura innumerevoli iniziative a sostegno della donna, tra le quali l’adesione all'importante campagna internazionale "Nastro rosa" promossa da LILT Nazionale e  l’AIRC (associazione italiana per la ricerca sul cancro) e alla rassegna “Autunno al femminile nella Marca Occidentale”, con un ricco calendario di eventi dedicati.  Ed è proprio in questa rassegna che si inserisce.

Ecco il programma. Alle ore 20.30 presentazione dell’opera “Omnia Munda Mundis” dell’artista Ketra (Elena Pizzato), una scultura rosa che ritrae un grande tirapugni ma che scopriamo essere in realtà una giostra a dondolo. L’azione di decontestualizzazione diventa messaggio universale contro la violenza: l’arte ha il potere di distruggere l’arma, trasformandola in un dondolo inoffensivo e annientando in tal modo tutto ciò che prima quell’arma rappresentava. L’artista insieme all’associazione culturale Artway di Treviso ha ideato il format itinerante “Art against violence” che coinvolge comuni, aziende e pubblico. L’opera è stata esposta alla Biennale di Scultura a Piazzola sul Brenta (PD) nel parco di Villa Contarini, alla fiera d’arte Paratissima di Torino e in diverse altre esposizioni e happening, coinvolgendo realtà imprenditoriali del territorio. L’opera, riprodotta in tre esemplari, è stata realizzata grazie al sostegno di Simone Pellizzari, titolare di Tecnoproject, azienda trevigiana specializzata nella customizzazione di spazi commerciali, residenze, store di fascia luxury per le griffe di alta moda, forte sostenitore del connubio imprenditoria e arte.

A seguire, alle ore 21 è di scena lo spettacolo teatrale “Il Corpo Giusto” per la regia di Xenia De Luigi, in collaborazione con le donne dell’associazione “SpazioRosaBergamo” e la chitarrista Claudia Benasciutti. Tratto dal libro di Eve Ensler, drammaturga statunitense famosa soprattutto per l’opera “I monologhi della vagina” del  1996 e premiata con un Obie Award nel 1997, lo spettacolo di Xenia è un racconto collettivo delle riflessioni e le ossessioni di donne di ogni paese, religione ed estrazione sociale riguardo al fisico ideale e alle pressioni culturali inerenti. De Luigi è regista e drammaturga e si occupa di teatro, video, eventi, ma anche di diritti delle donne e di pari opportunità. Lo spettacolo per i temi trattati non è adatto ai minori di 14 anni.



L'evento è a cura dell'assessore ai servizi socio sanitari, pubblica istruzione, parità, politiche giovanili e della famiglia di Riese Pio X, dott. Massimo Pisciotta.


Leonardo da Vinci disegnato da Wenceslaus Hollar

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“Leonardo disegnato da Hollar” inaugura, il prossimo 15 dicembre, l’attività espositiva della Fondazione Rossana & Carlo Pedretti nella nuova sede della Fondazione, nella villa Baronti-Pezzatini, storico edificio recentemente restaurato, nel cuore di Vinci, città natale di Leonardo.

L’esposizione, a cura di Annalisa Perissa Torrini, è il primo degli eventi realizzati dalla Fondazione Pedretti ed è dedicata a colui che più d’ogni altro studioso ha approfondito la conoscenza Leonardo da Vinci e la divulgazione della sua opera in Italia e nel mondo, Carlo Pedretti. A lui si deve l’idea, circa un decennio or sono, di valorizzare le trentuno incisioni di Wenceslaus Hollar (1607-1667), che acquistò negli anni cinquanta del Novecento, rare testimonianze dell’interesse per i disegni di Leonardo nel Seicento e importante veicolo di studio e diffusione dei disegni leonardiani di caricature e grottesche. Quelle in mostra, mai esposte prima d’ora, non sono incisioni qualunque ma spesso dei ‘primi stati’, ovvero opere tirate direttamente dall’artista. E’ la prima mostra dedicata alle incisioni di Hollar che si tiene in Italia.

L’interesse primario di Leonardo per la rappresentazione delle emozioni nei ritratti, si concentra su tutte le manifestazioni degli stati d’animo, gioia e dolore, amplificate dalla freschezza dell’età giovanile o dal degrado della senilità. nei disegni invece Leonardo è immediato e spontaneo: sulla carta, il suo gusto per il grottesco e il suo desiderio di evidenziare le anomalie fisiognomiche trovano piena libertà d’espressione.

Con penna e inchiostro nascono le teste caricate e grottesche, deformazioni continuamente mutate e sempre più esagerate del carattere umano, che “senza fatica si tengono a mente”. Riflesso del fascino che Leonardo subisce dall’infinitamente brutto, deforme, decadente, sgradevole come esatto opposto dell’infinitamente bello, raffigurato nei suoi volti di divina dolcezza e bellezza suprema. Come egli stesso annotò: “Le bellezze con le bruttezze paiono più potenti l’una per l’altra”.

In mostra le incisioni di Hollar saranno poste a confronto con due disegni di Leonardo, eccezionale prestito della Biblioteca Ambrosiana di Milano. A documentare la stretta relazione tra le incisioni e gli originali leonardeschi, esposti le une accanto agli altri.

Un altro esplicito accostamento è instaurato tra due disegni di Francesco Melzi della Belt Library di Los Angeles e le incisioni di Hollar. Francesco (1491/93-1568) figlio di Gerolamo Melzi, capitano della milizia milanese, ricevette una educazione umanistica e appena quindicenne divenne allievo di Leonardo da Vinci. A lui fu unito da un rapporto di profonda amicizia e venne da lui nominato suo erede.

La documentazione visiva tra i disegni e le stampe è un confronto piuttosto raro, importante per la conoscenza della grafica. 
“Hollar – afferma Annalisa Perissa– è stato, senza dubbio, uno dei più grandi e generosi incisori di tutti i tempi, e questo nonostante la quasi cecità ad un occhio, e le sue stampe da disegni di Leonardo, fondamentali per la loro diffusione, sono qui presentate per la prima volta in Italia quale focus di un’esposizione di grafica.” 

L’incisore boemo estrapola i profili di uomini, teste caricate, teste bizzarre e teste grottesche da diversi disegni di Leonardo singolarmente o in numero di tre, quattro e anche di più, unendoli in una singola incisione. Mantenendo spesso, come propongono gli studi condotti in quest’occasione, il rapporto 1:1. Aveva avuto tra le mani gli originali di Leonardo, molti ora nelle collezioni reali di Windsor Castle, quando era a Londra da Lord Arundel, diplomatico e noto collezionista.

Hollar spesso associa il giovane con il vecchio e il brutto con il bello, riflettendo il pensiero di Leonardo sulla bellezza e sulla bruttezza, così da lui esplicitato al paragrafo 13 del Libro di Pittura: “Se ‘l pittore vol vedere bellezze che lo innamorino, lui è signore di generarle, e se vol vedere cose così mostruose che spaventino, o che sieno buffonesche e risibili, o veramente compassionevole, lui n’è signore e Dio”. 

Accanto alle “teste grottesche”, la mostra propone un altro, piccolo gruppo di incisioni di Hollar tratte dai disegni anatomici di Leonardo. Ad affascinare Hollar paiono essere alcuni particolari temi, quali i crani presenti nelle collezioni reali inglesi dei disegni di Leonardo.

Alcuni volumi, concessi alla mostra dalla Biblioteca Leonardiana di Vinci, documentano le fonti del sapere leonardiano, nonché la continuità delle riproduzioni a stampa dei disegni, presentando anche l’opera di Caylus Anne Claude Philippe de Tubières, raffinato incisore settecentesco.

L’esposizione ha il patrocinio del Comitato Nazionale per il Cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e rientra quindi nelle celebrazioni nazionali dedicate al maestro di Vinci in Italia nel 2019.

Alfio Sacco. SLOW MOTION

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MADE4ART di Milano presenta SLOW MOTION, mostra personale dell’artista fotografo Alfio Sacco a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni. In esposizione una selezione di opere appartenenti alla serie Movimento, che ha come elemento di indagine privilegiato lo scenario urbano nella sua frenesia di folla, luci e colori in costante fluire. 

La fotografia di Alfio Sacco non ritrae, non illustra un soggetto per descriverne caratteristiche e particolari, ma cattura l’anima di un luogo e l’atmosfera della vita, rallentandone lo scorrere e fissandola in immagini ricche di bellezza e di poesia, con un’evidente tendenza all’astrazione. Dettagli e visioni d’insieme che raccontano infinite storie in perenne divenire: le nostre esistenze tra le architetture e gli spazi urbani che le accolgono, a contatto con gli altri, nel movimento incessante della vita. 


Alfio Sacco è nato in Sicilia nel 1950, vive e lavora a Zurigo in Svizzera; le sue opere sono state esposte a Zurigo, Parigi, Bruges, Berlino, New York, Tokyo, Mosca, Roma e in diverse altre città italiane. SLOW MOTION, con data di inaugurazione mercoledì 28 novembre 2018 alle ore 18.30, sarà aperta al pubblico fino all’11 dicembre; media partner della mostra Image in Progress. 

  
Alfio Sacco. SLOW MOTION 
a cura di Elena Amodeo, Vittorio Schieroni 
28 novembre - 11 dicembre 2018 
Inaugurazione mercoledì 28 novembre, ore 18.30 
Lunedì ore 15 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 15 - 19 
Lo spazio resterà chiuso al pubblico il 7 dicembre per Festività 

MADE4ART 
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura 
Via Voghera 14, 20144 Milano 
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872 




Opere scelte 1960-2018 di ALBERTO GALLINGANI

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Prosegue fino al 28 novembre la mostra 'Opere scelte 1960-2018' di ALBERTO GALLINGANI a cura di Luca Nannipieri alla Galleria ZetaEffe.

….l’ arte di Gallingani è sociale, ripete sempre. L’artista produce le opere di cui gli siamo grati non per smarrirci ma per avvicinarci ad una giustizia del mondo che non sia retorica che non sia predica o omelia. Il lavoro di Gallingani è intimamente etico ma i suoi risultati non sono moralistici. Pensa che il mondo attuale disumanizza l’uomo, ma non ci fa la predica. L’arte non deve predicare: deve interrogare e nell’interrogazione innalzare i nostri animi ad una visione non solipsistica e monade del mondo. Ecco l’impulso sociale del nostro artista…

Alberto Gallingani è nato nel 1938, a Firenze, dove vive e lavora. Ha partecipato alla 50° Biennale di Venezia (2003) e ha tenuto mostre personali e collettive in gallerie e musei, oltre che in Italia, in Portogallo, Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Filippine, Cina, Spagna, America Latina, Inghilterra, consolidando cosi la sua vocazione internazionale.


Evento per la chiusura della mostra il 28 novembre ore18:30



Galleria Zetaeffe
Via Maggio 47 rosso
Firenze (Italia)

www.galleriazetaeffe.com

telefono +39 055 264345

orario:
lunedi/giovedi 15.30 - 19.30
venerdì/sabato 10.00 - 13.00/ 15.30 - 19.30

L’Arte che protegge. Pittura contemporanea e Sacro.

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Il Comune di Ascoli Piceno, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù e con il contributo fondamentale della Società Ascoli Reti Gas, presenta la mostra L’Arte che protegge. Pittura contemporanea e Sacro, una ricognizione nel panorama italiano dell’arte sacra contemporanea, a cura di Camillo Langone

Un ringraziamento speciale va al nostro Main Sponsor Ascoli Reti Gas, senza il cui sostegno la nostra città non avrebbe potuto accogliere un’esposizione di così grande prestigio – ha dichiarato il Sindaco Guido Castelli– Ascoli è da sempre riconosciuta, sia nelle Marche che in tutto il centro Italia, come una delle città più sensibili nell’ambito della produzione culturale – continua – Ecco perché manteniamo costante l’impegno di offrire a cittadini, visitatori e artisti l’opportunità di vedere o di esporre in mostra, nelle sale più rappresentative del Comune, le opere d’arte”.

Per secoli la Chiesa è stata segnata dal rapporto fraterno tra arte e liturgia, tra arte e fede – per usare un’espressione di Joseph Ratzinger – poi arrivata la Modernità, e con lei la secolarizzazione, questo legame si è spezzato e oggi diventa difficile spiegare l’arte sacra. Nel tempo profano in cui la Chiesa commissiona molto meno che nel passato, e con molto meno rigore teologico, spesso senza esigere il rispetto nemmeno dei più elementari criteri iconografici cattolici, che cosa producono gli artisti comunque attirati dal sacro? Infine, che cosa può offrire l'arte a chi continua a cercare il trascendente? La mostra L’Arte che protegge. Pittura contemporanea e Sacro nasce in risposta a queste domande fornendo anche una sorta di stato dell’arte sacra in Italia. 

Indipendentemente dai motivi che spingono gli artisti a produrla – afferma Camillo Langone - sono dunque in mostra sia esempi di arte sacra ufficiale, tratti dalla non molta arte sacra oggi commissionata dalle istituzioni religiose, sia esempi di arte sacra realizzata per devozione privata, dell'autore o dell'eventuale committente, sia esempi di arte sacra priva di immediata finalità religiosa ma scaturita dal confronto, magari all'apparenza soltanto formale eppure sempre aperto a ulteriori valenze, con le Madonne e i Santi dei secoli d'oro.” Nonostante il clima culturale, il confronto con il sacro non è per nulla infrequente nelle opere degli artisti contemporanei, con una tensione trascendentale spesso sottovalutata e dunque da evidenziare.

In mostra trentadue artisti di varie generazioni attivi nel panorama italiano della pittura, in un arco lungo mezzo secolo che si estende da Ercole Pignatelli (classe 1935) fino a Ilaria Del Monte che è dell'85. L’ambito privilegiato da tutti gli artisti è quello figurativo, al cui interno trovano spazio le rappresentazioni più realistiche e quelle più stilizzate. Si va dalle reinterpretazioni delle Storie dei Santi con La Strada del Santo di Stefano Di Stasio in cui uno smarrito San Francesco in compagnia del lupo si muove in un minaccioso sfondo metropolitano, alle scene di natività, ricreata da Vanni Cuoghi come una scenografia tascabile o nei dipinti di Letizia Fornasieri e Giulia Huober, passando per le Madonne arricchite da un citazionismo a tratti pop, come il trittico Madonnina del vetro, Madonnina della passione, Madonnina del cardellino di Fulvia Mendini, a tratti surrealista come la Regina Pacis Mundi Spes di Giuliano Guatta oppure ispirato alla tradizione quattrocentesca come Mary’s finger, olio di Federico Guida. 

Alcune opere in mostra erano già esistenti, altre sono state create per l'occasione. Appositamente realizzata anche l'unica scultura, plasmata in terracotta dallo scultore piceno Paolo Annibali, solito a confrontarsi col sacro.



L’ARTE CHE PROTEGGE
Pittura contemporanea e Sacro
a cura di Camillo Langone
8 dicembre 2018 – 13 gennaio 2019
Inaugurazione venerdì 7 dicembre ore 18.00
Palazzo dei Capitani del Popolo, Ascoli Piceno


APERTURA
Da lunedì a sabato dalle h. 8.00 alle h. 20.00
domenica e festivi 10.00-13.00 15.00-19.00
Ingresso libero

per info: 0736298334 – 0736298785
serv.eventi@comune.ascolipiceno.it
www.comuneap.gov.it


UFFICIO STAMPA
Maria Chiara Salvanelli
Mob +39 333 4580190 – email mariachiara@salvanelli.it





La Scuola di San Lorenzo

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La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, nella sede del rinascimentale Palazzo Bisaccioni nel centro storico di Jesi, continua la sua attività espositiva e, dopo la mostra della passata stagione sull’arte povera, presenta l’esposizione La Scuola di San Lorenzo. Una factory romana che riunisce idealmente quel gruppo di artisti che nella Roma degli anni ’80 occuparono le stanze abbandonate dell’ex pastificio Cerere con i loro ateliers, donando nuova linfa vitale al caseggiato industriale situato nell’omonimo quartiere della città.

Accomunati da un’attenzione particolare per il processo creativo dell’opera d’arte, il gruppo della ‘Scuola di San Lorenzo’, che nel senso stretto del termine non è mai stato tale, ha maturato interessanti percorsi individuali, ora riuniti in una selezione di circa quaranta opere per la mostra La Scuola di san Lorenzo. Una Factory romana organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi in collaborazione con Gino Monti Arte Contemporanea Ancona e curata da Giancarlo Bassotti con il contributo critico di Marco Tonelli.

Domenico Bianchi, Bruno Ceccobelli, Giovanni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli sono gli artisti che agli inizi degli anni Ottanta furono identificati dalla critica come gli esponenti della ‘Scuola di San Lorenzo’ e la celebrazione nazionale e internazionale, avvenuta nel 1984 con la mostra Ateliers curata da Achille Bonito Oliva nei locali di Via degli Ausoni, a Roma, allora sede di un ex pastificio abbandonato e oggi Fondazione che porta il nome del pastificio stesso, ne sanciva gli intenti anti programmatici impedendo ogni sorta di inquadramento tecnico tout court. Rivendicando la ricerca di soluzioni nuove da un punto di vista formale, anche nell’uso dei più disparati materiali, questi artisti si distaccano in maniera netta, e a tratti polemica, dalla Transavanguardia, all’epoca tendenza artistica di riferimento per l’ambiente romano. La ricerca sullo spazio, trattato anch’esso come materiale da modellare, diventa uno degli elementi costanti nel lavoro di ogni singolo artista già a partire dalla loro scelta di trasformare in ateliers i vari locali dell’ex pastificio abbandonato: “questi artisti non si sono identificati con il luogo, ma è proprio quest’ultimo che li ha identificati e ne è rimasto a suo volta segnato” come afferma la critica Patrizia Ferri.

Collocabili sulla scia dell’Arte Povera, le cui premesse concepite a Roma, hanno senz’altro posto le basi per un ambito creativo che predilige il fare, tutti e sette gli artisti proveniente dalla ‘Scuola di San Lorenzo’ condividono una poetica in grado di riallacciare l’arte con l’esperienza quotidiana fatta di immagini simboliche riconducibili all’esperienza intima di ogni artista nel proprio studio, luogo di vita e attività febbrile.

Su questa base le opere di Domenico Bianchi si contraddistinguono da un segno che è anche il soggetto dell’opera la cui funzione è quella di generare altre forme aprendosi quindi a molteplici possibilità di senso. Mentre le tavole di Bruno Ceccobelli ben esprimono il simbolismo attraverso la creazione di immagini che rimandano a una narrazione mitologica fatta di segni non codificati. La pittura di Gianni Dessì è invece uno studio approfondito sulla tridimensionalità: i suoi dipinti dialogano infatti con la scultura fino ad alterarne la percezione. Giuseppe Gallo predilige il confronto con la natura in divenire e così le sue tele ben rappresentano l’essenza di questo movimento attraverso forme imprevedibili e in costante movimento. Nunzio, quello che fu definito all’epoca l’unico scultore del gruppo, ancora oggi lavora sulle possibilità espressive della materia e del suo rapporto con lo spazio e la luce e, a partire già dalla metà degli anni ’80, ha iniziato a utilizzare vari materiali come il legno e il ferro e a sperimentare nuove tecniche come quella della combustione del legno che ancora oggi caratterizzano la sua produzione artistica. Pietro Pizzi Cannella si muove tra il disegno e la pittura nel tentativo di abbattere le barriere tra le due espressioni attraverso un linguaggio privo di artifici barocchi dove il quotidiano emerge nella sua struggente semplicità. Astratto e figurativo si fondono invece nelle opere di Marco Tirelli dove la forma e la luce riescono, da sole, a declinare il soggetto in infinite combinazioni.



Segnalato da : Maria Chiara Salvanelli

Il Ponte Casa d'Aste Arte Moderna e Contemporanea

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Il Ponte Casa d'Aste è lieto di presentare l'asta autunnale di Arte Moderna e Contemporanea. Appuntamento imperdibile, l'asta offrirà una selezione ricca e diversificata di artisti italiani e internazionali, come Lucio Fontana, Fausto Melotti, Enrico Castellani, Francesco Lo Savio, Alighiero Boetti, Irma Blank, Piero Manzoni, Tancredi, Mari Deluigi, Antonio Calderara, Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Fortunato Depero, Cagnaccio di San Pietro, Baldessari, Mino Rosso, Mimmo Rotella, Gianfranco Baruchello, Valerio Adami, Getulio Alviani, Mario Nigro.



Tra gli autori stranieri più importanti, si segnalano Cy Twombly, Christo, Sol LeWitt, Jannis Kounellis, Hans Hartung, Pablo Picasso, Max Ernst, Henry Moore, Asger Jorn, Gerhard Hoehme, Toshimitsu Imai, Zadkine e Salvador Dalì.

La sezione dedicata alla pittura del primo Novecento italiano vanterà un'opera storica di de Chirico"Pericle", capolavoro del 1925 con provenienze prestigiose: nel 1927 acquistato da Léonce Rosenberg, passò poi a Valentine Dudensing in società con Pierre Matisse nel 1928 e ricomparse sul mercato negli anni '70 alla Galleria Levi di Milano. Da evidenziare, inoltre, un'importante opera di Sironi "Ritratto" dipinta all'inizio degli anni Trenta, un raffinato olio di Paresce del periodo parigino e una figura di bambina di Cagnaccio di San Pietro, perfetto esempio del suo Realismo Magico.

A rappresentare il Futurismo una potente composizione di Baldessarri dipinta nel 1918 circa e un meraviglioso bronzo futurista "Elementi in volo", del 1927, di Mino Rosso ispirato a Boccioni. Tra i capolavori della pittura informale italiana, un grattage rosso di Deluigi, esposto alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia nel 1965 e due grandi tele di Scanavino.

Da menzionare, inoltre, "Studio per il Caffè Greco (con G. D'Annunzio)" di Guttuso, opera preparatoria per "Il Caffè Greco", grande tela storica esposta nella collezione permanente del Museum Ludwig, Colonia.

In vendita un gruppo selezionato di opere significative di Piero Manzoni che testimoniano l'importanza dell'artista come precursore dell'arte concettuale e di altre neoavanguardie (durante l'esposizione sarà proiettato un cortometraggio su Manzoni e i "Corpi d'Aria").
L'Arte Povera è ben rappresentata da un importante ferro di Kounellis, rappresentativo del suo lavoro per la Metropolitana di Napoli, e opere di MerzBoettiPistoletto.
I collezionisti di Nouveau Réalisme troveranno una interessante selezione di lavori: tre sculture storiche di Arman, "Abu Dhabi Mastaba" di Christo del 1979 e pezzi di Hains e César.

Alla luce dell'interesse riscontrato nelle ultime vendite, molta attenzione è stata riservata alla ceramica: spiccano due straordinarie sculture policrome di Fontana, "Cristo" e "Deposizione", opere degne di un museo, e un nucleo di otto ceramiche di Picasso.
Come da tradizione, la scultura ha un ruolo centrale. All'incanto Henry Moore con "Recling figure", un ottone di Melotti, un bronzo di Ossip Zadkine datato 1957 ,"Piccolo giocoliere" di Marino Marinidel 1953, opere di Arnaldo e Gio Pomodoro e l'opera museale "L'uomo nello spazio" di Carmelo Cappello, una fluttuante scultura in alluminio di grandi dimensioni, eseguita nel 1954 ed esposta alla Triennale di Milano nello stesso anno e cinque anni più tardi alla V Biennale Sculpture Exhibition al Middelheim Museum di Anversa.

Infine, un raro découpage di Pablo Picasso datato 1958 e il poetico lavoro di Cy Twombly eseguito nel 1961, proveniente da un'importante collezione italiana e mai apparso sul mercato.

L'asta continuerà il 19 dicembre con una seconda sessione ricca di opere di artisti italiani e stranieri.All'interno, un nucleo di lotti tra i quali un bassorilievo di Arnaldo Pomodoro, il cui ricavato sarà devoluto a favore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS.




Catalogo online: 



+39 02 86314 96 | +39 02 86314 97 | +39 02 86314 22 

Van Gogh & i maledetti

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Con il patrocinio del Comune di Firenze, dal 6 dicembre 2018 al 31 marzo 2019 alla Cattedrale dell’Immagine, nel Complesso monumentale di Santo Stefano al Ponte, è in programma l’inedito show multimediale immersivo, Van Gogh & i maledetti, realizzato da Crossmedia Group per la regia di Stefano Fake.

Si tratta di un racconto digitale di 60 minuti, sviluppato per mezzo della multiproiezione a 360 gradi d’immagini ad altissima definizione e della diffusione in Dolby HD di un’avvincente colonna sonora originale. 

È una realizzazione che si prefigge di coinvolgere emotivamente il pubblico nella controversa vicenda umana e artistica di Vincent van Gogh, uno degli artisti più celebri e amati di tutti i tempi, a cui fanno da contrappunto le vite ei lavori di alcuni grandi pittori a lui coevi, accomunati dall’esistenza travagliata e dall’anticonformismo, evidenti nelle seppur diverse forme espressive della loro produzione artistica. 

Insieme a Van Gogh, gli artisti compresi nella mostra sono: Paul Cézanne (Aix-en-Provence 1839 - Aix-en-Provence 1906), Paul Gauguin (Parigi 1848 - Hiva Oa 1903), Henri de Toulouse-Lautrec (Albi 1864 - Saint-André-du-Bois 1901), Chaïm Soutine (Smiloviči 1893 - Parigi 1942) e il toscano Amedeo Modigliani (Livorno 1884 - Parigi 1920); oltre a questi compariranno anche opere di altri artisti contemporanei che con le loro opere hanno contribuito alla rappresentazione della Parigi dell’epoca.

Grazie all’utilizzo di tecnologie di ultima generazione, messe al servizio di un ritmo narrativo e un linguaggio contemporanei, Van Gogh & i maledetti propone un approccio proattivo alla divulgazione, che finalmente diviene spettacolare, immersiva ed esperienziale, andando così incontro alle mutate esigenze, abitudini e attitudini del pubblico del terzo millennio.

Arricchiscono l’esperienza multimediale una sezione didattico/introduttiva con infografiche e monitor, le postazioni con gli Oculus per sperimentare la realtà virtuale 3D di un viaggio sensoriale all’interno di alcuni famosi quadri e l’avvolgente caleidoscopio d’immagini della "sala degli specchi", posta all’interno della sala immersiva, che per la prima volta arriva a Firenze dopo aver raccolto un gran successo a Roma con Klimt Experience e che ora sta facendo altrettanto con Inside Magritte a Milano.



Van Gogh e i maledetti
Dal 6.12.2018|S. Stefano al Ponte 
(Cattedrale dell'immagine)
Firenze

ORARIO
Tutti i giorni  ore 10 - 19.30
Chiusura biglietteria ore 18.30

BIGLIETTI INDIVIDUALI
Adulti: € 13
Studenti e Over 65: € 10
Da 5 a 12 anni: € 8
Under 5: gratuito

BIGLIETTI FAMIGLIA
2 adulti + 2 bambini: € 34
2 adulti + 3 bambini: € 40
2 adulti + 4 bambini: € 44

GRUPPI*
Minimo 10 persone: € 9 cad.
Scuole: € 6 cad.
*prenotazione obbligatoria al numero 055-217418
www.ctcrossmedia.com
www.vangogheimaledetti.com


Ufficio media: Marco Ferri,  mob.+39-335-7259518; @mail: press@marcoferri.info



Pittura Analitica. Origini e continuità

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Da alcuni anni, in Italia e all'estero la Pittura Analitica vive una seconda giovinezza dopo quella degli anni Settanta, testimoniata dai successi delle numerose mostre, dall'abbondanza di testi critici, dai grandi risultati sul mercato dell'arte. Sulla Pittura Analitica si sono scritte molte più pagine in questi ultimi dieci anni di quante se ne scrissero all'epoca, sorte peraltro analoga ad altri movimenti artistici: in un'indagine pubblicata sul quotidiano "Il Sole 24 Ore" il 6 febbraio 2016, si cita il numero di "oltre 700 eventi", tra saggi, mostre e libri dedicati alla situazione.

Si sente anche ormai l'esigenza di legare quell'esperienza, ormai pienamente riportata alla luce e accreditata presso musei, biennali e mercato, alle generazioni seguenti, per valutarne l'impatto, non soltanto diretto (maestro-discepolo) bensì anche in termini di "universo visivo e procedurale" comune.

La mostra Pittura Analitica. Origini e continuità dopo essere stata esposta nel 2017 in due sedi, a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta (Padova) e alla Rocca di Umbertide (Perugia), con grande successo di critica e di pubblico, sarà ora presentata a Senigallia, nella Rocca Roveresca, dal 7 dicembre 2018 al 27 gennaio 2019. La mostra ribadisce la presenza fondamentale nella storia dell'arte contemporanea dei principali protagonisti dell'Analitica, i quali, per altro, hanno continuato ad operare con rigore e costanza sui fondamenti della poetica delle origini fino a oggi. Qui si propongono anche altri artisti che non esposero, se non pochissime volte, nelle mostre della Pittura Analitica, ma la cui poetica e il cui stile sono vicini o affini a quelli del movimento analitico, ed altri, più giovani, che ne seguirono lo sviluppo, continuando la ricerca, proseguendola su determinati filoni concettuali e metodologici, subendo l'influenza dei maestri originari, arricchendola con percorsi nuovi.

L'esposizione potrà godere dello splendido scenario della Rocca Roveresca di Senigallia, luogo di grande prestigio storico ed artistico, e creerà un affascinante collegamento tra antico e contemporanea.

Questa esposizione, che offrirà la visione di opere di straordinario valore, certamente non potrà essere "esaustiva", ma tuttavia sarà "completa", essendo realizzata per exempla significativi di questo filone di ricerca della pittura italiana. A suggello del rigore scientifico e della profondità di sguardo sul tema, l'ideatore e curatore della mostra Giorgio Bonomi, uno dei massimi esperti di Pittura Analitica, si è servito della collaborazione di Alberto Rigoni, giovane storico dell'arte che da anni segue gli artisti analitici e di Michele Beraldo, curatore esperto di arte contemporanea.

Di seguito l'elenco degli artisti in mostra.

Carlo Battaglia, Mauro Cappelletti, Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Sonia Costantini, Paolo Cotani, Sandro De Alexandris, Domenico D'Oora, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Iacchetti, Elio Marchegiani, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Paolo Patelli, Gianni Pellegrini, Pino Pinelli, Pope, Lucio Pozzi, Claudio Rotta Loria, Rolando Tessadri, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.


Pittura Analitica
origini e continuità

7 dicembre 2018 - 27 gennaio 2019
Rocca Roveresca - Senigallia (Ancona)
orari: tutti i giorni 8.30-19.30

Catalogo: Silvana Editoriale

Un evento
Ferrarin Arte

www.pitturaanalitica.it

per informazioni: info@ferrarinarte.it

Messa degli Artisti nella Chiesa Madre di Mesagne

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Sabato 15 dicembre alle ore 18.00 nella Chiesa Madre di Mesagne verrà celebrata la Messa degli Artisti, un’ occasione rilevante per quanti coltivano il gusto della bellezza nelle varie espressioni dell’arte offendo alla gloria di Dio i propri talenti. 

La Santa Messa sarà officiata da S.E. Monsignor Domenico Caliandro, arcivescovo della Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni.

L’iniziativa, organizzata  già in passato dall’Associazione culturale Eterogenea di Mesagne e celebrata in tutte le sue edizioni dal compianto Monsignor Angelo Catarozzolo,  si vuole riproporre come un incontro fra artisti che si ritrovano per celebrare l’eucarestia in uno fra i templi più significativi della città circondati da quella bellezza che è via alla conoscenza di Dio.

Già Papa Pio XII accolse la Messa degli Artisti  e cominciò ad aprirle le vie e a darle cittadinanza nella vita ecclesiastica, nella preghiera della Chiesa.

E ancor di più San Paolo VI  auspicava il congiungimento  tra Fede e cultura sostenendo che le Belle Arti sono da annoverare a pieno diritto fra le più nobili attività dell’ingegno umano  e  hanno per loro natura una relazione con l’infinita bellezza divina espressa attraverso le opere dell’uomo; memorabile la Sua omelia in occasione della Messa degli Artisti celebrata nella Cappella Sistina nella solennità dell’Ascensione di Nostro Signore il 7 maggio 1964; e memorabile il Suo messaggio agli Artisti l’8 dicembre 1965 in occasione della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo.

I canti saranno eseguiti dal coro polifonico Sincopatici diretto da Federico Dell’Olivo, i movimenti coreografici dalla scuola di danza Royal Dance Art diretta da Cinzia Diviggiano e le letture saranno a cura di Mario Cutrì , presidente dell’associazione culturale La Bottega del Teatro e delle Arti.

In occasione della Messa degli Artisti, per le arti visive,  si potranno ammirare le opere dei Maestri Aurelio Bruni, Nicola Liberatore e Enrico Meo.

L’evento, che gode del patrocinio e del sostegno dell’Amministrazione comunale di Mesagne e del patrocinio della Diocesi di Brindisi-Ostuni, vedrà la presenza di numerosi artisti provenienti da tutta la regione, ma naturalmente è aperto a tutti coloro che vogliano condividere questo autentico, generoso, sincero atto religioso, intriso di profonda spiritualità.

Per informazioni: tel. 0831 1625458 – 347 0080778 -  e-mail ass.eterogenea@libero.it




Programma espositivo del biennio 2019-2020 alla Pirelli HangarBicocca.

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Pirelli HangarBicocca ha reso noto il programma espositivo del biennio 2019-2020: otto mostre di artisti di provenienza, generazione e cultura differenti, capaci di offrire nuove visioni del mondo attraverso una pluralità di medium e temi. 

Nello spazio delle Navate: Sheela Gowda, Cerith Wyn Evans, Chen Zhen e Steve McQueen
Nello spazio dello Shed: Giorgio Andreotta Calò, Daniel Steegmann Mangrané, Trisha Baga e Neïl Beloufa.

Una proposta densa di visioni e voci differenti, data non solo dai paesi di residenza degli artisti, ma anche dalle loro origini eterogenee – Italia, India, Spagna, Regno Unito, Filippine, Cina, Algeria – e dalla loro pluralità di culture. Un’offerta ad ampio raggio geografico che presenterà diversi medium come scultura, installazione, video e film.


 Giorgio Andreotta Calò - 14 febbraio – 21 luglio 2019 

Per la prima grande mostra istituzionale in Italia, Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979) esporrà un’inedita selezione di opere passate e nuove produzioni. Focalizzandosi sulla pratica scultorea, l’artista presenterà gruppi di lavori realizzati dal 2008 a oggi, quali risultato di un lungo processo di ricerca sui materiali – come caranto, legno, bronzo e altri elementi naturali – e sul contesto geografico e culturale in cui sono esposti o hanno avuto origine. 

 Sheela Gowda - 4 aprile – 15 settembre 2019 

Sheela Gowda (Bhadravati, Karnataka, India, 1957) è considerata una delle maggiori esponenti dell’arte contemporanea in India. La mostra sarà la sua prima personale in Italia e, oltre a una nuova produzione, proporrà opere realizzate dal 1996 a oggi, tra cui acquerelli, stampe e installazioni site-specific, quest’ultime contraddistinte da un’ampia varietà di materiali – come capelli, sostanze organiche, incenso e pigmenti naturali. 

 Daniel Steegmann Mangrané - Settembre 2019 – gennaio 2020 

Da più di dieci anni il lavoro di Daniel Steegmann Mangrané (Barcellona, 1977) si interroga sulla relazione tra cultura e natura. L’interesse per la biologia lo ha portato a indagare complessi sistemi ecologici e a introdurre il mondo naturale all’interno delle sue opere. La sua prima mostra in Italia presenterà lavori realizzati a partire dal 1998 a oggi, che spaziano tra film, ambientazioni in realtà virtuale, ologrammi 2D, sculture e installazioni.

 Cerith Wyn Evans - Ottobre 2019 – febbraio 2020 

Cerith Wyn Evans (Llanelli, Galles, 1958) è tra gli artisti europei più rilevanti degli ultimi venti anni. Dal 1990 focalizza la sua ricerca sul linguaggio e sulla percezione, spaziando dalla scultura all’installazione, e dalla fotografia al film. Centrali nella sua pratica sono le installazioni al neon dalle forme complesse, opere che ridefiniranno le Navate di Pirelli HangarBicocca nella più grande mostra dell’artista mai realizzata in Italia.

 Trisha Baga - Febbraio – luglio 2020 
Trisha Baga (Venice, Florida, 1985) è tra le giovani film-maker e artiste più innovative e attive della sua generazione. Per la prima mostra istituzionale in Italia, l’artista presenterà installazioni video 2D e 3D, realizzate con dispositivi low-tech, che si intersecano a sculture e oggetti quotidiani, facendo emergere una diversa prospettiva dell’immaginario contemporaneo e trattando temi come identità di genere, mondo digitale ed evoluzione tecnologica.

 Chen Zhen - Aprile – settembre 2020 

Chen Zhen (Shanghai, 1955 – Parigi, 2000) è una delle principali figure che dalla fine degli anni ’80 ha superato il divario tra l’espressività artistica orientale e quella occidentale, influenzando un’intera generazione di artisti a livello internazionale. La retrospettiva in Pirelli HangarBicocca presenterà un’ampia selezione di installazioni di grande scala realizzate a partire dagli anni ’90 fino alla sua prematura scomparsa. 

 Neïl Beloufa - Settembre 2020 – gennaio 2021 
Il lavoro di Neïl Beloufa (Parigi, 1985) ruota attorno a un’approfondita ricerca sulle relazioni tra immagine in movimento, suono, installazione e scultura, creando ambienti immersivi di cui lo sguardo dello spettatore è parte integrante. Nella prima personale in Italia, la presenza di suono e immagini in movimento e la stratificazione di oggetti disposti nell’ambiente concorreranno a far emergere narrazioni in cui si intrecciano cultura visiva e riferimenti pop.

 Steve McQueen - Ottobre 2020 – febbraio 2021 

In collaborazione con Tate Modern, la mostra personale in Pirelli HangarBicocca dedicata a Steve McQueen (Londra, 1969), oggi uno dei più importanti artisti contemporanei, film-maker e sceneggiatori, costituirà una rara opportunità per conoscere i lavori più intensi e profondi dell’artista, attraverso installazioni immersive che affrontano questioni attuali, come quelle legate ai concetti di identità e appartenza. 


L’accesso alle mostre sarà completamente gratuito

Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano   

https://www.hangarbicocca.org



Arte Fiera 2019

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Torna a Bologna, dall'1 al 4 febbraio 2019, Arte Fiera, sotto la nuova direzione artistica di Simone Menegoi. Già annunciata la lista di gallerie divise in due sezioni, governate dal criterio della ristretta selezione di artisti presentati da ogni galleria, introdotto per incoraggiare progetti dal respiro ambizioso e dal taglio curatoriale.

La Main Section, scandita in aree di interesse, dall'arte moderna e postbellica - da sempre punti chiave del programma di Arte Fiera - al contemporaneo di ricerca, si affianca a Fotografia e Immagini in movimento; sotto la direzione della piattaforma curatoriale FANTOM, la sezione comprende opere fotografiche e video con un focus su artisti emergenti.

Accanto alle gallerie partecipanti, cinque grandi progetti: Solo figura e sfondo rappresenta il primo capitolo di un ciclo dal titolo Courtesy Emilia Romagna, dedicato alle collezioni istituzionali emiliano-romagnole, pubbliche e private. Sotto la curatela di Davide Ferri, la mostra riunisce opere moderne e contemporanee attorno al tema del rapporto tra figura e sfondo, esplorato nelle sue varie e possibili declinazioni.

Il programma di azioni dal titolo Oplà. Performing activities, curato da Silvia Fanti, coinvolge gli spazi della fiera e della città, con la partecipazione di artisti italiani di fama internazionale. Il terzo progetto vede per la prima volta allestiti ad Arte Fiera i laboratori didattici dell'Opificio Golinelli, legati al tema di "Arte e Scienza".

Un ciclo di talk affidato alla rivista Flash Art, "content partner" di Arte Fiera, costituisce il quarto progetto. Infine, il quinto consisterà in una lounge creata dall'artista Flavio Favelli, che accoglierà il pubblico di Arte Fiera nell'area di ingresso.

La fiera sarà accompagnata per tutta la sua durata da ART CITY Bologna, il consueto programma di eventi promosso dal Comune di Bologna e realizzato in collaborazione con BolognaFiere.



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